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Ghizzano e Peccioli: arte e colori in Toscana

Ghizzano e Peccioli sono due magnifici borghi in Toscana, dove respirare arte contemporanea e colori.

Suggerisco di iniziare la visita da Ghizzano – in mattinata e non troppo tardi. Il paesino è molto piccolo (350 abitanti circa) ed è bello visitarlo in solitaria, senza turisti.

Ghizzano è uno dei borghi più belli della Toscana e nel 2019 la sua piccola Via di Mezzo è diventata un’opera d’arte. Tutto è nato con l’iniziativa “Tre progetti per Ghizzano” in cui tre artisti sono stati invitati a realizzare alcuni interventi e installazioni artistiche permanenti per valorizzare le vie del centro.

L’artista inglese David Tremlett ha dipinto le facciate delle case con una serie di wall drawings, riprendendo i colori della natura circostante.

Segnalo che oltre alla coloratissima Via di Mezzo, a Ghizzano si possono ammirare anche le installazioni di arte contemporanea di Patrick Tuttofuoco (che ritroviamo anche a Peccioli) e Alicja Kwade.

Proseguendo è possibile fare tappa anche al Teatro del Silenzio – anfiteatro naturale ricavato nella cornice delle colline di Lajatico, famoso perché nato dalla volontà del Maestro Andrea Bocelli. Per quasi un intero anno resta intatto nella sua perfetta armonia, animandosi solo in alcuni giorni con musica e danza.

E poi… Peccioli. Il borgo è stato premiato dal Touring Club Italiano con la Bandiera Arancione, riconoscimento che lo attesta tra i borghi più belli d’Italia.

Il peasino vanta un’importante ricerca nel campo dell’arte contemporanea. Con il progetto Cantiere Peccioli, condiviso tra Comune e abitanti, la città si è fatta promotrice di una serie di iniziative nel segno della cultura.

Da quasi trent’anni, infatti, artisti di fama internazionale creano opere ad hoc pensate per la cittadina e il territorio, destinate a restare nel tempo. Dagli enormi Gabbiani di Piazza del Popolo alle installazioni luminose di Vittorio Corsini che appaiono a sorpresa tra vicoli e portici, fino allo Sguardo di Peccioli, installazione in cui gli occhi degli abitanti sono stati fotografati e affissi lungo il Belvedere.

Da non perdere a Peccioli:

1. Palazzo Senza Tempo e la terrazza panoramica sospesa

Inaugurato a luglio 2021 e ristrutturato su disegno dell’architetto Mario Cucinella, il palazzo ospita numerose mostre temporanee e permanenti. Di fronte al Palazzo Senza Tempo, una grande terrazza di 600 mq sospesa, che regala una vista immersiva del paesaggio toscano.

2. Endless Sunset – la passerella colorata

Endless Sunset dell’artista italiano Patrick Tuttofuoco è una delle installazioni più “vistose” del borgo, colorata e divertente – come Tuttofuoco insegna.

Invece cosa non ho amato particolarmente ma molto fotografata – de gustibus: i Giganti di Peccioli. Le sculture in polistirene e poliuretano espanso alte fino a 9 metri mimano la loro resurrezione. Il gesto rimanda alla storia del luogo in cui nascono. Per chi non lo sapesse, Peccioli ha trasformato una delle più grandi discariche della regione in opportunità, diventando un modello di resilienza e sostenibilità. Infatti i Giganti sono posizionati tra le colline che circondano la vecchia discarica e fanno da barriera insieme al muro di contenimento realizzato da David Tremlett nel 2017.

Molto bello ma di cui non ho trovato informazioni, questo: guarda qui!

Quando sono stata io a Peccioli era in fase di cantiere, probabilmente più avanti ne sentiremo parlare.

Ghizzano e Peccioli sono la meta perfetta per una fuga andata e ritorno in giornata, oppure può far parte di un viaggio a tappe in Toscana.

F.


Ravenna in un giorno

Ravenna è una città ricca di opere d’arte, con ben otto siti patrimonio UNESCO. La città conserva il più ricco patrimonio di mosaici risalente al V e VI secolo. Assolutamente da visitare – più di una volta, perchè dopo la prima avrai voglia di tornare.

Cosa visitare in un giorno (fidati è possibile fare tutto)

1. Basilica di San Vitale PER FORZA

La Basilica di San Vitale è uno dei monumenti più importanti dell’arte paleocristiana e bizantina nel mondo, inserita nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1996. La chiesa è stata costruita durante il regno di Giustiniano per testimoniare la grandezza del suo impero ed è l’unico monumento italiano in grado di competere con i grandi edifici bizantini sia per l’originalità degli spazi, sia per la preziosità delle decorazioni. 

Una volta entrat* sarà impossibile distogliere lo sguardo dall’alto.

2. Mausoleo di Galla Placidia (accanto a San Vitale)

Visto da fuori questo edificio è semplice e modesto, non desta particolare curiosità, ma al suo interno è uno scrigno davvero prezioso. In pochissimo spazio racchiude i mosaici più antichi di Ravenna – e anche tra i più belli. Infatti viene rappresentato un magnifico firmamento blu disseminato di astri.

3. Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

La basilica di Sant’Apollinare Nuovo inizialmente dedita al culto ariano, a seguito della conquista bizantina della città fu consacrata al culto ortodosso.

Vista dall’esterno la basilica è molto semplice. All’interno però si trova uno dei cicli in mosaico d’età paleocristiana e tardoantica più famosi al mondo. Una straordinaria decorazione – suddivisa in 26 scene – percorre tutta la navata centrale.

4. Battistero Neoniano

Tra tutti i battisteri realizzati tra il IV e V secolo nel Mondo antico Occidentale ed Orientale, il Battistero Neoniano si caratterizza per essere quello meglio conservato dal punto di vista architettonico e decorativo.

Così come nel Mausoleo di Galla Placidia, anche qui la decorazione è straordinariamente ricca e luminosa – come se indicasse il passaggio dal buio alla luce grazie al rito del battesimo.

Una cosa da sapere – molto comoda – è che esiste un biglietto unico per entrare in questi monumenti. Tutte le info e i prezzi sono qui: Ravenna Mosaici

Con questo biglietto sono comprese le visite a: Basilica di San Vitale, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Museo Arcivescovile, Battistero Neoniano e Mausoleo di Galla Placidia.

Oltre a questi 4 monumenti, ho visitato anche:

5. Tomba di Dante

Perchè Dante non è sepolto a Firenze, ma a Ravenna. Le spoglie del poeta sono ospitate in un piccolo tempio neoclassico presso la Basilica di San Francesco.

6. Basilica di San Francesco

È qui che è stato celebrato il funerale di Dante, ma la cosa in assoluto più particolare di questa chiesa è la cripta sotterranea del X secolo, che è allagata e vi nuotano un gran numero di pesci.

Io poi ci ho infilato anche una visita alla nuova Darsena, essendo accanto alla stazione. Molto bella e piacevole per una passeggiata. Per gli appassionati di streetart, qui ci sono un gran numero di opere.

Boccadasse: il borgo sul mare dai colori pastello

Boccadasse, in Liguria, è un antico borgo di pescatori a pochi minuti dal centro di Genova – caratterizzato dalle tinte pastello.

Qui non troverete “cose da vedere assolutamente”. Visitare questo piccolo paesino significa godersi la sua atmosfera, sedersi al sole mangiando una focaccia genovese, passeggiare ascoltando il rumore del mare, bere un caffè guardando le barche dei pescatori.

Il borgo, rimasto fermo nel tempo, è caratterizzato dalla sua piccola spiaggia di ciottoli dove fare il bagno o pescare.

La vista più suggestiva è sicuramente quella dalla terrazza della Chiesa di Sant’Antonio di Boccadasse – costruita proprio dai marinai nel XVIII secolo. Vi consiglio di partire da qui, dopodiché scendere le scale fino al porticciolo, poi arrivare alla spiaggia e quindi al borgo.

Il suo fascino non ha fatto innamorare solo me. Direi proprio di no. Proprio tra i suoi vicoli ha abitato Gino Paoli. E soprattutto, a Boccadasse è dedicata una delle canzoni più famose di Fabrizio De André: Crêuza de mä.

“Che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na crêuza de mä”

1984 – Fabrizio De André

Cave di marmo di Carrara: cosa vedere e cosa fare

Le Cave di marmo di Carrara sono perfette per una gita fuori porta del weekend. Andata e ritorno in giornata oppure con più calma in due giorni.

Consiglio di mettere la sveglia presto, l’alzataccia sarà ripagata successivamente.

Il nostro itinerario iniziava da Colonnata. Abbiamo lasciato la macchina in piazzetta, dove c’è anche un ottimo alimentari, abbiamo visitato velocemente il paesino (delizioso senza turisti eheh) e ci siamo incamminati verso Cava Gioia.

Scarpe comode obbligatorie. La salita – circa 45 minuti – non è rilassante ma una volta arrivati sù la fatica e l’alzataccia saranno solo ricordi. Sopra di voi si aprirà il paesaggio, a quel punto continuate in direzione della croce bianca e poi ancora un pò più sù.

Bene siete finalmente arrivati a Cava Gioia, una terrazza sulle Cave di marmo e sul mare – con alle spalle le montagne.

Cava Gioia ospita l’imponente opera dell’artista brasiliano Kobra: un murales di circa 11 per 10 metri ritraente il David di Michelangelo.

Prima consigliavo di partire presto perchè essere lì completamente da soli crea una suggestione unica.

L’altra cava che abbiamo visitato è quella a Fantiscritti / Ravaccione – dove si arriva in pochi minuti da Colonnata.

A Fantiscritti abbiamo provato un tour organizzato. Questa visita guidata non è così imperdibile, però per noi era l’occasione di vedere l’interno di una cava – e la cava in questione è anche piuttosto speciale. Infatti, su una superficie di 160 mq, viene ospitata l’opera dello street artist Ozmo.

Da qui siamo scesi verso il piccolo paesino di Torano. Delizioso e ancora sospeso nel tempo. Piuttosto piccolo, si gira velocemente. Lo consiglio come momento di pausa e relax – un caffè o un bicchiere di vino sulla terrazza del Circolo e poi via di nuovo – stavolta, verso Carrara.

Carrara mi ha sorpresa davvero. Piena di streetart e di quei negozi artigiani che ormai è difficile trovare. Si sente un’energia forte passeggiando per le strade di questa città. Da fare assolutamente.

Se volete vedere un video riassuntivo: qui!

Cosa vedere e fare a Samos

Samos dal mare meraviglia e dalla grande storia.

Samos, nell’Egeo orientale, è un’isola dove storia e leggende antiche la fanno da padrone, insieme ad un mare-meraviglia e a paesaggi rigogliosi.

Probabilmente avete sentito parlare di Samos perchè è qui che è nato Pitagora ed è proprio qui che il filosofo e matematico ha inventato il famoso teorema. Ma l’isola è anche la casa di Hρα (Hera) – la sovrana dell’Olimpo, figlia di Crono e Rea, sposa di Zeus.

A riguardo consiglio di visitare Ireo, dove si trova per l’appunto il Tempio di Hera – che oltre ad essere Patrimonio Unesco, è tra i siti archeologici più importanti dell’Antica Grecia.

Il tempio è stato costruito tra il 570 e 560 a. C. in stile ionico. L’enorme edificio era lungo circa 108 metri, largo 54 e alto 25 – quattro volte il Partenone. La sua struttura interna era circondata da due file di colonne invece della fila unica generalmente utilizzata. In antichità erano presenti ben 155 colonne, di cui oggi solo una singola colonna è visibile. Un fregio continuo ornava la sommità delle pareti del pronao e della cella. Una strada sacra lastricata larga 4 metri e ornata con statue, collegava il santuario con la città di Pythagorion. 

Altro da visitare:

Vathi

Vathi è il capoluogo dell’isola e lo consiglio soprattutto per il Museo Archeologico.

Il Museo offre ai turisti importanti opere dell’antichità. Bellissimo il Giovinetto marmoreo di Kouros, alto ben 4,75 metri e incredibile il gruppo di statue emerse nel sito di Heraion, tra cui la Koré, gemella del pezzo che è al Louvre.

Paesini e piccoli porti di mare che mi sono piaciuti:

Pythagorion

La città di Pythagorion è il maggiore centro turistico di Samos e si affaccia all’interno del golfo di Tigani, lungo la costa meridionale dell’isola.

Qui molti ristoranti (abbastanza turistici), piccoli negozi di souvenir e la statua dedicata a Pitagora.

Kokkari

Kokkari è il tipico e pittoresco paesino greco sul mare. Caffè e taverne tradizionali direttamente sull’acqua, piccoli negozi dove comprare la frutta fresca e molta di quella semplicità che possiamo definire vera bellezza.

Le spiagge:

In generale, il mare è bello ovunque, ma nel dettaglio le spiagge che ho preferito sono:

Potami (Ciottoli e acqua limpida. Sul suo promontorio, la chiesa di St. Nicholas dall’architettura particolarissima)

Psili Ammos (Sabbia fine e mare cristallino. Ho trascorso qui la maggior parte delle giornate di mare)

La Casa di Dipinta

La Casa Dipinta è l’abitazione che Brian O’Doherty e sua moglie Barbara Novak hanno reso un piccolo gioiello.

La casa, a Todi in Umbria, si trova in centro all’interno di un edificio di origine ottocentesca, a pochi passi da Piazza del Popolo. Acquistata nel 1975 dall’artista irlandese Brian O’Doherty e dalla moglie Barbara Novak – docente universitaria e critica d’arte – non è particolarmente grande ma con un lavoro lungo 30 anni, è diventata una vera opera d’arte da abitare.

Le pareti di ogni ambiente vengono coperte da affreschi – linee, colori e forme geometriche – che si ispirano all’antico linguaggio celtico Ogham. Sull’architrave che separa la cucina dalla sala si leggono le parole “One Here Now”: Uno, Qui, Adesso – che sono una sorta di manifesto dell’artista. All’interno dell’appartamento sono ospitate alcune delle istallazioni di O’Doherty, che erano state precedentemente esposte anche in alcuni dei più importanti musei d’arte moderna del mondo.

I due vivono a New York ma quando vengono in Italia, amano ancora stare nella loro Casa Dipinta (che è totalmente funzionante).

La Casa Dipinta è considerata un unicum a livello mondiale.

Per vedere altre foto, guarda qui!

Tutte le info per la visita sono a questo link: La Casa Dipinta

*Per gli orari: controllare anche Google e/o scrivere una mail.

F.

Montenegro: cosa fare tra Kotor e Perast

Posso dire senza troppo pensarci che il Montenegro – nello specifico la zona tra Kotor e Perast – è decisamente sorprendente e affascinante.

Ho trascorso un paio di giorni in Montenegro, tra Kotor e Perast. Il tempo di soggiorno in questa zona varia dal tipo di viaggio e da cosa si cerca. In un viaggio a più tappe, qui si può venire anche solo per un giorno – mentre se ci si vuole rilassare per fare una vera e propria vacanza, si può stare anche qualche giorno in più o una settimana.

Iniziamo dalle basi. Dove si trovano Kotor e Perast? Fra le maestose Bocche di Cattaro che segnano il confine fra Croazia e Montenegro. Da qui, infatti, è facile raggiungere la perla della Croazia: Dubrovnik.

Kotor (Cattaro) tra il 1420 e il 1797 apparteneva alla Repubblica di Venezia e l’influenza di questa dominazione è ancora oggi visibile nell’architettura. La parte veneziana, circondata da un’imponente cinta muraria, è inclusa nella lista dei Patrimoni dell’umanità protetti dall’UNESCO. 

Come dicevamo qualche riga più su, la città si specchia nelle Bocche di Cattaro, un’articolata serie di profondi bacini perfettamente riparati dal mare aperto, che costituiscono il più grande porto naturale del mar Adriatico e che ricordano vagamente, per il loro profilo frastagliato, i fiordi norvegesi.

Cosa vedere

Il centro storico di Kotor è piccolo e si gira a piedi in un’ora circa. Piazzette, chiesette e gattini – soprattutto questo.

Belle le mura difensive – un serpentone di pietra visibile pressoché da ogni punto della città – che in alcuni tratti sembrano quasi un prolungamento naturale della montagna. Per chi ama le camminate e le viste dall’alto, è possibile salire i 1350 gradini lungo il colle San Giovanni e godere della vista sui tetti rossi del centro storico e sulle Bocche di Cattaro. Due ingressi per iniziare la salita: in prossimità della Porta Sud e della Porta Nord.

Segnalo anche la Cattedrale di San Trifone, che è l’edificio più maestoso di Kotor. Si tratta di una chiesa cattolica del XII secolo che conserva le reliquie del santo patrono della città. La chiesa fu più volte danneggiata da terremoti e ricostruita; le torri campanarie in stile barocco sono state aggiunte nel 1667. L’interno è in stile romanico, con colonne corinzie alternate a pilastri in pietra rosa.

Dopo aver passeggiato tra le vie di Kotor, spostatevi a Perast, facilmente raggiungibile in taxi o con Hop-On-Hop-Off.

Io ho optato per Hop-On-Hop-Off viste l’audio-guida sul bus e la visita guidata a Kotor incluse.

Perast è una piccola cittadina con alcuni negozietti, una piazza con un ufficio postale e ristoranti direttamente sull’acqua. Posso dire che il suo panorama è tra i più rilassanti mai visti e (ad aprile quando ci sono stata io) il glicine è in fiore ovunque.

Da qui partono molti taxi-boat che vanno sull’isola della Madonna dello Scalpello, detta anche Lady of the Rocks. Incantevole da vedere dalla riva e dall’acqua, è un’isoletta artificiale costruita sopra a un piccolo scoglio.

Secondo la leggenda, l’isolotto fu costruito nel corso dei secoli da marinai locali che mantennero un antico giuramento dopo aver trovato l’icona della Madonna col Bambino su uno scoglio in mare. Al ritorno da ogni viaggio riuscito, posarono una roccia nella baia. Nel corso del tempo, l’isolotto è emerso gradualmente dal mare. L’usanza di lanciare sassi in mare è viva ancora oggi. Ogni anno, al tramonto del 22 luglio, si svolge un evento chiamato fašinada nel dialetto locale, quando i residenti locali prendono le loro barche e lanciano sassi in mare, allargando la superficie dell’isola.

Il Montenegro è un luogo dove il turismo si inizia ad affacciare ora – e questo fa si che qui si possa respirare ancora una bellezza autentica. Consigliatissimo.

Ho parlato anche della tappa successiva di questo viaggio: Bari che ho amato tantissimo.

F.

Cosa fare a Bari vecchia

Sette cose da fare a Bari Vecchia

Sono stata a Bari, nella città vecchia più precisamente, per una mattinata ed questo il tempo che serve per visitarla, soprattutto se non è la vostra tappa principale. Per esempio, io tornavo da un viaggio in Montenegro. Se avete più tempo, fermatevi pure perchè la città è davvero piacevole.

Si respira un’aria che fa bene. Ci sono le signore che fanno le orecchiette in mezzo alle vie, quelli che vendono i taralli all’ombra di un ombrellone da spiaggia e c’è tanta vita lenta – come amo chiamarla io; quella che nelle grandi città spesso ci manca. Bari è come tuffarsi in un lungo respiro di bellezza e semplicità.

Ecco le sette cose che vi consiglio di fare se siete a Bari vecchia:

  • Salire sulle mura e fare il lungomare

Molto bello e da poco ristrutturato, il lungomare di Bari è un piacevole percorso che vi accompagna con la giusta lentezza alla scoperta della città vecchia. Percorrete le mura e poi addentratevi nei vicoli, è lì che si svolge la vita vera.

  • Basilica di San Nicola

Beh, chi è che si trova a Bari e non fa visita a San Nicola? La basilica di San Nicola, si trova nel cuore della città vecchia, ed è uno tra i più importanti edifici di culto della Chiesa cattolica; oltre a costituire uno degli esempi più significativi di architettura del romanico pugliese.

  • Largo Bicocca

In realtà “Largo Albicocca” – ma i ragazzi pugliesi che me ne hanno parlato la chiamavano Largo Bicocca e quindi mi sembra giusto seguirli. È una vecchia piazzetta molto suggestiva e da qualche parte ho letto che la chiamano “La piazzetta degli innamorati”. Per innamorarsene totalmente, segnalo la Pizzeria Di Cosimo Mauro.

  • Andare da Nunzia e dalle signore della pasta a comprare le orecchiette

Esiste un’immagine più famosa di questa? Non credo.

  • Mangiare i panzerotti 🧏🏻‍♀️

Ovunque vi capiti, sempre buonissimi. Io li ho ordinati in uno di quei posti “sinceri” (di cui non ho fatto caso al nome sorry) e me li hanno preparati al momento con il ripieno che volevo. In una mattina di fine aprile, al sole e con uno spritz. C’è una definizione migliore per descrivere il paradiso?

  • Mangiare (almeno un piatto di) riso patate e cozze

Altra cosa da assaggiare, riso patate e cozze. In un posto qualsiasi tanto a Bari è buono tutto sempre mi è parso di intuire.

  • Godersela

Ultimo consiglio: godersela. Bari è una città dove è bello camminare e fermarsi a mangiare o comprare cose locali, un pò dove capita. Senza stare troppo a pianificare e senza avere un ordine ben preciso delle cose da fare.

Il museo archeologico di Alessandro Magno a Pella

Dove si trova la corona di Alessandro Magno?

Durante il mio viaggio tra le Meteore, Salonicco e il Monte Athos ho visitato lo stupefacente Museo Archeologico di Pella.

Il Museo si trova – appunto – a Pella, l’antica capitale del regno di Macedonia. Progettato dall’architetto Costas Skrumpellosa, nel 2009 ha aperto le sue porte ai visitatori.

Un’architettura moderna e ben organizzata. Cinque sezioni tematiche in cui è possibile ammirare grandi mosaici che rappresentano scene di vita quotidiana e gesta eroiche. Manufatti, sculture, monete, gioielli, frammenti architettonici. Armature. Ma sopratutto lei, la corona d’oro del re di Macedonia, erede della dinastia degli Argeadi e figlio di Filippo.

L’uomo o il dio – a seconda delle interpretazioni – che è stato Alessandro il GrandeAlessandro il ConquistatoreAlessandro il Macedone, è considerato uno dei più celebri strateghi della storia. In soli dodici anni conquistò l’intero Impero persiano. Un territorio immenso che si estendeva dall’Asia Minore all’Egitto fino agli attuali Pakistan, Afghanistan e India settentrionale. Potete immaginare quanto grande fosse il suo tesoro? In questo museo ve ne farete un’idea.

Insieme al museo, c’è un sito archeologico incredibile: proprio quello dell’antica Pella, dove Alessandro è nato il 20 (o 21 luglio) 356 aC. Particolare fortuna è la vostra di trovarvi qui. Avrete l’onore di camminare nell’antica Agorà, arrivata a noi come un gioiello. Insieme ai resti della piazza, ci sono ancora il Tempio della Madre degli Dei e di Afrodite. La casa di Dioniso, quella di Poseidone e quella di Elena. Mentre i pavimenti, decorati con splendidi mosaici, del Tempio di Darrona sono all’interno del museo.

Per tutte le info: Museo Archeologico di Pella

F.

English version

Where is the crown of Alexander the Great?

During my journey between the Meteora, Thessaloniki and Mount Athos I visited the amazing Archaeological Museum of Pella.

The Museum is located – in fact – in Pella, the ancient capital of the kingdom of Macedonia. Designed by architect Costas Skrumpellosa, in 2009 it opened its doors to visitors.

A modern and well-organized architecture. Five thematic sections where it is possible to admire large mosaics representing scenes of everyday life and heroic deeds. Artifacts, sculptures, coins, jewels, architectural fragments. Armature. But above all she, the golden crown of the king of Macedonia, heir of the Argeadi dynasty and son of Philip.

The man or god – depending on the interpretations – which was Alexander the Great / Alexander the Conqueror / Alexander the Macedonian, is considered one of the most celebrated strategists in history. In just twelve years he conquered the entire Persian Empire. An immense territory that extended from Asia Minor to Egypt up to the current Pakistan, Afghanistan and northern India. Can you imagine how big his treasure was? In this museum you will get an idea.

Along with the museum, there is an incredible archaeological site: precisely that of ancient Pella, where Alexander was born on 20 (or 21 July) 356 BC. Your luck is to find you here. You will have the honor of walking in the ancient Agora, which came to us like a jewel. Along with the remains of the square, there is still the Temple of the Mother of the Gods and Aphrodite. The house of Dionysus, that of Poseidon and that of Helen. While the floors, decorated with splendid mosaics, of the Temple of Darrona are inside the museum.

More info: Archaeological Museum of Pella.

F.

Primitivo di Manduria: uno speciale museo

Manduria, patria – unica e sola – del rosso più famoso di Puglia, ospita uno speciale museo.

Il Museo della civiltà del vino Primitivo si trova all’interno della Cantina Produttori di Manduria. Una dimensione unica in cui l’aspetto principe è il vino – insieme a chi lo produce e lo ha prodotto da sempre.

Con “una forte vocazione alla memoria”. Per non dimenticare mai le origini del Primitivo di Manduria e del mondo contadino a cui appartiene. Il museo allestisce scene di vita vera all’interno delle cantine ipogee di età ottocentesca. Stanze, officine, cucine. Botti, carri e aratri. Scenderete – nel vero senso della parola – in un mondo lontano restandone totalmente affascinati. Vivrete una catarsi nel passato e nella storia.

“Il Museo diviene così un ponte tra il passato e il presente dell’agricoltura, della vinificazione e di tutto un mondo scandito dal ritmo dei gesti dei contadini di ieri e di oggi.”

Ma in un museo del vino non si guarda e basta. Si beve e si mangia. E qui lo si fa davvero bene.

Tovaglie rosse a quadretti, bicchieri traboccanti di Primitivo di Manduria e teglie piene di orecchiette. Il tutto accompagnato da fave fritte – mai cibo è stato più delizioso – e polpettine. A chiudere dolcetti e grappe.

Per visite enogastronomiche è bene prenotare. Tutte le info: Produttori vini Manduria + Museo del Primitivo di Manduria.

F.

English version

Manduria, the homeland – the only and only one – of the most famous red of Puglia, houses a special museum.

The Museum of the Primitivo wine civilization is located inside the Cantina Produttori di Manduria. A unique dimension in which the main aspect is wine – together with those who have always produced and produced it.

With “a strong vocation to memory”. To never forget the origins of the Primitivo di Manduria and the peasant world to which it belongs. The museum displays scenes of real life in the nineteenth-century underground cellars. Rooms, workshops, kitchens. Barrels, carts and plows. You will descend – in the true sense of the word – in a distant world remaining totally fascinated. You will experience a catharsis in the past and in history.

“The Museum thus becomes a bridge between the past and the present of agriculture, winemaking and a whole world marked by the rhythm of the gestures of the farmers of yesterday and today.”

But in a wine museum you just don’t look. Drink and eat. And here it is done really well.

Checkered red tablecloths, overflowing glasses of Primitivo di Manduria and pans full of orecchiette. All accompanied by fried beans – never food was more delicious – and meatballs. To close sweets and grappas.

For wine and food tours it is good to book. All info: Produttori vini Manduria + Museo del Primitivo di Manduria.

F.