Copenaghen, città di sperimentazione architettonica per antonomasia. Grattacieli, social housing e parchi vestiti del più contemporaneo design e della più strabiliante fantasia delle Archistar.
I miei 5 (+1) consigli:
Black Diamond – Schmidt Hammer Lassen
The Black Diamond, estensione dell’antica Royal Danish Library, deve il suo soprannome al rivestimento in granito nero lucido e agli angoli irregolari. Biblioteca e non solo… auditorium da 600 posti, spazi espositivi, una libreria, un ristorante con una caffetteria e due musei, il National Museum of Photography e un piccolo museo dedicato all’arte dei cartoni animati. Un atrio centrale a tutta altezza che si apre sul mare, scale mobili e linee sinuose cattureranno il vostro sguardo e non riuscirete più a smettere di pensarci.
Superkilen – Topotek 1 + BIG Architects + Superflex
Da un’idea di integrazione e dalla volontà di creare un luogo per le persone che non fosse semplicemente uno spazio. Il Superkilen è un parco urbano unico nel suo genere: tre macro-aree, simboli da tutto il mondo che diventano oggetti di design e poi colori colori colori. Dal punto di vista architettonico il lavoro di Topotek 1, BIG Architects e Superflex non ha solo avuto successo, è diventato un esempio per chiunque si trova a lavorare su un progetto di spazio pubblico urbano. Per questo motivo, chiudete la rivista di architettura che avete davanti e percorrete questo parco.
Gemini Residence – MVRDV
Uno degli esperimenti più riusciti del gruppo. Ex silos di sementi, oggi edificio residenziale. I due cilindri gemelli ora hanno una copertura in texlon per la luce naturale per la lobby a tutta altezza in cui ci sono i collegamenti. Gli appartamenti sono stati aggiunti come dei parassiti e lo vediamo chiaramente dal basamento, lasciato in calcestruzzo grezzo a testimonianza del suo passato.
National Maritime Museum of Denmark – BIG Architects
Ritroviamo ancora la firma del gruppo BIG, Bjarke Ingels Group, per questo incredibile progetto del 2013. Lo sfondo è d’eccezione: il porto di Helsingør e più nello specifico il castello di Amleto a pochi passi. Le vecchie mura del porto, le gallerie collocate sotto terra in un percorso continuo esterno, una serie di tre passerelle a doppio livello abbraccia il bacino di carenaggio. Hanno avvolto la vecchia darsena con la struttura trasformandola in un cortile e interpretando il bacino come un abisso urbano.
Dansk Jødisk Museum – Daniel Libeskind
Meno noto del Museo Ebraico di Berlino ma sempre figlio dell’archistar Daniel Libeskind. Forma, struttura e illuminazione. Il museo è costruito all’interno della Royal Boat House, inizio del XVII secolo, ma i nuovi spazi seguono uno stile totalmente diverso. Interni caratterizzati dalla continuità sensuale dei corridoi, un involucro chiaro sulle pareti in riferimento al contesto nordico, pavimenti inclinati che ricordano la marea e incisioni di luce nelle pareti.
Ørestad
Ecco il mio +1: Ørestad. Non un parco, non un edificio residenziale, non un museo.. molto molto di più… un intero quartiere. Housing, residenze per studenti, università, biblioteche, scuole, parcheggi, auditorium e uffici. Dal 1995 architetti e designer si divertono a disegnare questo luogo facendolo diventare una tra le realtà più all’avanguardia dell’intero pianeta.
Ecco una carrellata rapida rapida dei miei preferiti:
8TALLET – Bjarke Ingels Group
Ørestad Plejecenter/Senior Housing – JJW Arckitekter
VM Houses – Bjarke Ingels Group
Tietgen Residence Hall – Lene Tranberg
DR Koncerthuset – Jean Nouvel
VM Mountains – Bjarke Ingels Group
F.
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